Un operaio in tuta da lavoro che si mette le mani sul pacco per una sistematina: esiste nulla di più eccitante per un essere umano sessualmente attratto degli uomini? No. Checchè se ne dica, la classica 'palpatina' scatena sempre un irrefrenabile istinto voyeuristico.
Bene, da oggi possiamo scordarcela. Con la sentenza 8389 la Corte di Cassazione ha confermato 200 euro di multa (e 1000 di ammenda) nei confronti di un operaio comasco che "sulla pubblica via si toccava vistosamente i genitali (da sopra i vestiti)". L'uomo era stato condannato dal tribunale di Como l'11 maggio dello scorso anno. Contro questa decisione ha fatto ricorso in Cassazione sostenendo che il gesto da lui "effettuato, equiparato a un grattamento, non era nient'altro che un movimento compulsivo e involontario, probabilmente finalizzato alla sistemazione della tuta da lavoro".
Il ricorso non è stato però accolto dalla terza sezione penale della Suprema corte, secondo la quale "il palpeggiamento dei genitali davanti ad altri soggetti, in quanto manifestazione di mancanza di costumatezza ed educazione, deve considerarsi atto contrario alla pubblica decenza, concetto comprensivo di quel complesso di regole comportamentali etico-sociali che impongono a ciascuno di astenersi da condotte potenzialmente offensive del sentimento collettivo della compostezza del decoro, generanti disagio, disgusto e disapprovazione nell'uomo medio". Sono considerate indecenti anche le palpatine scaramantiche.
Una cosa è certa: nel nostro paese c'è un bizzarro concetto di 'decenza'. E anche un'altra: alla Corte di Cassazione hanno un sacco di tempo libero.
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